Body shaming: quando diventa reato
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Body shaming cos’è: significato
Ne sentiamo parlare da tanto ma il termine Body shaming è entrato nel vocabolario italiano, in particolare in quello Treccani, nel 2018, come neologismo.
Body shaming: il fatto di deridere qualcuno per il suo aspetto fisico (interessa il 94 per cento delle ragazze adolescenti e il 64 per cento dei ragazzi adolescenti).
La cassa si risonanza dei social ha amplificato il fenomeno che riguarda sia le donne che gli uomini e che si diffonde sempre di più; la critica riguarda sia le persone grasse che le magre e si estende a tutte le parti del corpo.
Si tratta a tutti gli effetti di una forma di bullismo in cui l’individuo viene giudicato per la propria forma fisica, in particolare attraverso le piattaforme social e il web.
Da un’indagine svolta dalla Nutrimente Onlus questo fenomeno sembrerebbe colpire una donna su due e le parti del corpo maggiormente prese di mira risultano, in ordine: le gambe, la pancia, il fondoschiena e i fianchi.
Come già accennato si critica chi ha qualche chilo di troppo (fat shaming), ma anche quelli che mostrano una eccessiva magrezza (thin shaming).
Il Body shaming e lo star system
Tale forme di bullismo, pertanto, ha origini antiche ma è rimbalzato agli onori della cronaca nel momento in cui ha riguardato episodi occorsi a star nostrane ed internazionali colpite in maniera feroce da attacchi di body shaming.
La modella curvy Ashley Graham per esempio, viene attaccata per le sue forme generosissime.
Vanessa Incontrada, invece, per i chili di troppo
Gigi Hadid, top model dal fisico scolpito non è stata risparmiata dai leoni da tastiera che hanno criticato i suoi cambiamenti di peso (dovuti alla tiroidite autoimmune di cui è affetta).
E ancora, Emma Marrone, Selena Gomez, Adele Beyoncé .
Niente bello potere criticare personaggi famosi, attaccarli e deriderli senza pietà.
Il fenomeno si è esteso a macchia d’olio e le star hanno cominciato a rispondere colpo su colpo mandando messaggi sulla positività dell’accettarsi e non rincorrere modelli preimpostati e poco reali.
Da questo punto di vista è stato molto utile, da una parte ovviamente, potere osservare star mondiali alle prese con i piccoli problemi quotidiani come la ricrescita durante la pandemia che le hanno rese persone normali e non essere perfetti e lontani.
D’altro canto, però, proprio durante la pandemia gli attacchi di body shaming sono aumentati, sarà stata anche la clausura forzata, ovviamnete.
Cerchiamo di approfondire la conoscenza del fenomeno:
Come avviene il body shaming?
Il bodyshaming è un atto di derisione, umiliazione e critica nei confronti del peso, della corporatura o dell’aspetto esteriore proprio o altrui (Gilbert, 2007).
Un individuo può mettere in atto bodyshaming sia su sé stesso, confrontandosi con il corpo altrui, sia criticando l’aspetto fisico di altre persone.
Chi sono le vittime del body shaming?
Vittima di body shaming può essere chiunque abbia una caratteristica che l’autore del comportamento considera tale da formare oggetto di derisione, a prescindere dal sesso e dall’età.
Di conseguenza, tale prassi terribile può colpire sia le donne che gli uomini, sia i giovani che gli anziani.
La gravità del body shaming
Come già detto il fenomeno, come già avviene per altri reati, amplia i suoi confini perché si diffonde, in misura prevalente sui social network, ed invade in modo molto deciso la vita privata delle vittime.
Per questo motivo diventa importante cercare di arginare il fenomeno anche attraverso il ricorso alla legge.
Basti pensare alle conseguenze del fenomeno verso un ragazzino o ragazzina insultata su facebook perché troppo grasso o troppo magro.
All’atto del postare una loro foto fanno seguito tanti commenti negativi che creano disagi ed hanno un potere distruttivo sulla psiche dei giovane.
A seguito dei reiterati insulti i giovanissimi possono cadere in depressione ed anche peggio
Il body shaming potrebbe provocare seri danni alla vittima,quindi, a volte anche duraturi, in termini di autostima e possibilità di socializzare.
Quando il body shaming ha conseguenze giuridiche
Il body shaming può diventare reato se dovesse essere fatto in modo da integrare gli elementi tipici di alcuni tipi di reato, come ad esempio la diffamazione e lo stalking.
Casi in cui il body shaming è diffamazione
Esiste il rischio che il body shaming si trasformi in diffamazione (art. 595 c.p.) quando gli insulti sull’aspetto fisico sono fatti in pubblico, in modo da offendere la reputazione della vittima.
La diffamazione consiste nel ledere la considerazione che una persona ha nella società, oppure in una stretta cerchia di persone, proferendo commenti ingiuriosi o poco riguardosi in sua assenza.
La diffamazione si può integrare anche a mezzo social network.
Il body shaming fatto su internet può diventare diffamazione aggravata, punita con la reclusione da sei mesi a tre anni, oppure con la multa non inferiore a cinquecentosedici euro.
Perché il body shaming diventi diffamazione, però, è necessario che almeno due persone abbiano avuto conoscenza dell’offesa,
e che la stessa sia idonea a offendere la reputazione della vittima.
Cosa fare quando il body shaming è stalking
Se il comportamento denigratorio è reiterato il body shaming può diventare stalking
In simili casi, se alla vittima deriva uno stato di ansia persistente oppure è costretta a modificare le sue abitudini di vita,
ad esempio, non uscendo più di casa oppure evitando di frequentare determinati ambienti per paura degli insulti, si potrà dire integrato il reato di stalking (art. 612 bis c.p.).
Modalità per tutelarsi dal body shaming?
Quando il body shaming integra uno dei reati sopra menzionati ci si deve recare subito presso le autorità competenti e sporgere querela.
La segnalazione alle forze dell’ordine è l’inizio formale delle indagini e il conseguente rinvio a giudizio dell’autore del body shaming, con possibilità di costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento dei danni.
Quando, invece, non scatta il reato, è possibile tutelarsi dalle mortificazioni subite a causa degli insulti di altri utilizzando gli strumenti che la legge mette a disposizione contro il cyberbullismo (Legge n. 71 del 29/05/ 2017).