Cellulari e tumori cerebrali: esiste la correlazione che è risarcibile
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Cellulari e tumori cerebrali: esiste una correlazione
Secondo il National Cancer Institute, infatti, le onde a radiofrequenza emesse dai cellulari hanno come effetto biologico riconosciuto,
la capacità di riscaldare i tessuti quindi quanto più lo si tiene vicino al corpo (alla testa ) più c’è questo effetto di riscaldamento dei tessuti provocato dalle radiazioni.
Cellulari e tumori: cosa dicono gli scienziati
Gli scienziati tuttavia sono divisi a riguardo e non esprimono tutti lo stesso parere, per cui se l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che fa parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità,
ha inserito i campi elettromagnetici derivati dalle radiofrequenze tra i possibili fattori cancerogeni per l’uomo,
altri esperti ritengono la sperimentazione insufficiente a confermare al 100% che le onde a radiofrequenza dei cellulari (specialmente quelli di ultima generazione) siano in grado di causare un tumore maligno.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito i campi elettromagnetici derivati dalle radiofrequenze nel gruppo 2B, ovvero tra i possibili fattori cancerogeni per gli esseri umani;
di questa categoria, fanno parte gli agenti per cui vi sono prove limitate di cancerogenicità negli esseri umani e per quanto riguarda gli studi effettuati su animali da laboratorio, i riscontri non sono sufficienti.
Cellulari e tumori: le ricerche
Le numerose ricerche volte a verificare un’eventuale connessione tra l’uso dei cellulari e l’insorgenza di forme di cancro si dagli studi condotti sia in laboratorio che sulla popolazione sono concentrati sulla possibile correlazione con lo sviluppo di
tumori cerebrali maligni (come i gliomi), tumori cerebrali non maligni (come i meningiomi) e i neurinomi del nervo acustico, ovvero dei tumori benigni chiamati anche schwannomi vestibolari.
In sintesi, IARC, riporta che l’esito che emerge è questo: attualmente non ci sono prove sufficienti per sostenere un nesso stretto tra la comparsa di tumori al cervello e l’uso del cellulare, soprattutto per i modelli di nuova generazione, anche se alcuni studi hanno rilevato un aumento del rischio per il glioma e il neurinoma.
Cellulari e tumori: cosa succede quando l’uso prolungato del cellulare aziendale porta allo sviluppo di un tumore.
Un caso emblematico trattato dalla Corte d’appello di Torino ha portato al giusto risarcimento per il lavoratore
Se si appura l’eventuale nesso di causalità tra l’uso prolungato del cellulare aziendale e lo sviluppo di un tumore, ci può essere l’indennizzo per il lavoratore;
lo dimostra la sentenza della Corte d’appello di Torino secondo la quale l’Inail deve riconoscere una rendita mensile a chi è affetto da un cancro a causa dell’utilizzo frequente dello smartphone di servizio.
Nel caso esaminato dai giudici piemontesi, il tumore aveva provocato nel lavoratore sordità sinistra, paresi del nervo facciale, disturbo dell’equilibrio e sindrome depressiva.
La Corte d’Appello di Torino ha, quindi nominato un nuovo consulente, l’otorinolaringoiatra torinese , che dopo numerosi incontri e scambi di memorie con i consulenti delle diverse parti in causa ha confermato che
“esiste un’elevata probabilità che fu il cellulare a causare il tumore anche in relazione all’esclusione dell’intervento di fattori causali alternativi” .
Nella sostanza, secondo la perizia, “in assenza di possibili cause, vi è la presenza di un unico fattore di rischio costituito da un’esposizione prolungata a radiofrequenze”.
Cellulari e tumori: una sentenza importante
La sentenza dimostra che le radiofrequenze possono causare tumore.
Negli anni il lavoratore avrebbe usato per lavoro il cellulare tra le 10 e le 13mila ore.
L’uomo aveva usato il cellulare per 13 anni circa 2 ore e mezza al giorno sempre per motivi di lavoro, tenuto conto del fatto che doveva garantire la reperibilità e che, quindi, veniva chiamato anche fuori dal normale orario di lavoro.
A supportare la pretesa del lavoratore è stato il perito nominato dalla Corte, secondo cui
«esiste un’elevata probabilità che fu il cellulare a causare il tumore anche in relazione all’esclusione dell’intervento di fattori causali alternativi».
Basta, quindi, questa «elevata probabilità», che non è sinonimo di «certezza assoluta» per dare diritto all’indennizzo Inail.