Stenosi anale: come agire in questo tipo di stenosi
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Stenosi anale: cosa è
La perdita della naturale elasticità dell’ano che si presenta variabilmente fisso e fibroso viene definita dalla letteratura stenosi anale.
In genere non si tratta di forme congenite che sono piuttosto rare; il più delle volte tale patologia è di origine acquisita iatrogena, infiammatoria, post-traumatica.
Tra le forme iatrogene in particolare si osservano stenosi in seguito a interventi di emorroidectomia classica secondo Milligan- Morgan, Ferguson o Parks,
oppure in seguito ad interventi di fistulectomia con la formazione dell’ano a “buco di serratura”.
Particolarmente drammatici gli esiti delle più serie problematiche ascessuali (ad esempio i cd. ascessi a “ferro di cavallo”).
Frequenti anche le stenosi anali dopo anastomosi colo-anale o ileo-anale; anche la radioterapia può esserne la causa
Stenosi anale: diagnostica e tipologie
Risulta evidente come ogni caso possa essere complesso e debba prevedere un approccio diagnostico accurato tramite l’utilizzo di metodiche altamente specifiche come l’ETG (Ecografia) trans-rettale per lo studio del complesso sfinteriale e la RM del pavimento pelvico oltre che alle indagini funzionali come:
- manometria
- elettromiografia sfinteriale
- colonscopia.
In base alla localizzazione si distinguono stenosi:
- basse (0,5 cm al di sotto della linea dentata),
- medie o alte (sopra 0,5 cm dalla linea dentata).
L’esplorazione rettale che si realizza con il dito medio o la non possibile introduzione del divaricatore medio di Hill-Ferguson sono alcune delle manovre descritte in letteratura che aiutano a suddividere le stenosi in lievi, moderate o severe.
La sintomatologia e il grado della stenosi sono ovviamente correlate e guidano nella scelta terapeutica.
Dolore, sanguinamento, costipazione, leakage sono i quadri più frequenti.
Stenosi anale: terapia
Può aiutare a mantenere lo status quo per stenosi lievi scarsamente sintomatiche un regime dietetico adeguato e l’utilizzo di dilatatori anali da parte del paziente
ma in casi gravi è indicato l’intervento chirurgico.
In linea teorica l’anoplastica rappresenta l’intervento di scelta per la stenosi anale “pura”;
si tratta di un intervento ben sopportabile da parte del paziente anche perchè eseguibile in anestesia spinale.
Nella realtà di tutti i giorni raramente si esegue da sola: si possono associare procedure atte a correggere un’eventuale patologia associata come una fistola o un danno sfinteriale.
Nella scelta dell’anoplastica entra in gioco la percentuale della circonferenza anale che risulta fibrosa.
Per stenosi moderate con compromissione del 25% della circonferenza anale l’anoplastica Y-V è la tecnica di scelta.
Infatti risulta di rapida esecuzione e da ottimi risultati come viene anche confermato dall’ampia letteratura sull’argomento.
Tale tecnica può anche essere eseguita bilateralmente per ottenere un risultato migliore in caso di stenosi fino al 50% del meato anale.