Risarcimento danni in caso di morte di un familiare per incidente stradale sul lavoro: cosa sapere
Risarcimento danni in caso di morte di un familiare per incidente stradale sul lavoro: cosa bisogna sapere
I familiari della vittima hanno diritto ad un indennizzo o rendita da parte dell’INAIL in caso di morte di un familiare per incidente stradale sul lavoro, a prescindere dalla responsabilità del datore di lavoro
Procedura in caso di morte di lavoratore a cura del datore di lavoro
Il datore di lavoro attiva la pratica INAIL, subito dopo il sinistro stradale che ha causato la morte di un lavoratore
Cosa dice l’INAIL in caso di morte a causa di incidente stradale sul lavoro
L’art. 85 T.U. INAIL stabilisce una rendita ai parenti più prossimi, ovvero al coniuge e ai figli e, in mancanza di questi, ai nipoti e ai fratelli.
Tale rendita è parametrata al grado di dipendenza economica del superstite rispetto al lavoratore deceduto.
Tempistiche ed entità del risarcimento in caso di morte a causa di incidente stradale sul lavoro
L’INAIL paga la rendita vitalizia ai parenti prossimi della vittima dal giorno successivo alla morte della vittima della strada per il 50% al coniuge fino alla sua morte, nuovo matrimonio o unione civile e
per il 20% ai figli (40% per gli orfani di entrambi i genitori ) che, invece, fino ai 18 anni e non oltre i 26 anni di età se studenti universitari.
In caso di non esistenza di coniuge o figli, gli ascendenti e, in mancanza di questi, i fratelli avranno diritto a ricevere il 20% dell’indennizzo o della rendita fino alla morte.
I familiari, inoltre, ricevono dall’INAIL un beneficio economico una tantum e un assegno funerario.
Azione penale e azione civile in caso di morte a causa di incidente stradale sul lavoro: le differenze
Come si sa quando un lavoratore muore per un incidente stradale, si apre d’ufficio un procedimento penale nei confronti dei presunti responsabili.
Ma l’azione penale non esclude che i pareti della vittima possano intraprendere un’azione civile
per ottenere il risarcimento dei danni subiti da parte del responsabile o possono costituirsi parte civile nel processo penale.
Questo perché, come sappiamo, diversi sono gli scopi che si prefiggono le azioni penali e civili.
La penale mira di accertare la responsabilità del sinistro e punire chi l’ha commesso.
La civile permette a i congiunti della vittima il risarcimento dei danni patrimoniali e non derivanti dalla morte del familiare.
A cosa hanno diritto i familiari nel caso di responsabilità del datore di lavoro o di terzi
Al risarcimento dei danni di natura:
patrimoniale che comprendono le spese conseguenti alla morte e anche la perdita delle entrate economiche che avevano prima della morte del congiunto e che avrebbero potuto continuare ad avere (lucro cessante),
non patrimoniale quali il danno morale, il danno biologico psicologico persistente e il danno esistenziale o danno da perdita del rapporto parentale.
Può essere richiesto dai parenti il risarcimento del danno biologico terminale subito dalla vittima, solo però se è passato un discreto lasso di tempo tra l’incidente e il decesso,
e del danno morale terminale, che avviene quando la vittima dopo l’incidente resta in una condizione di lucida agonia tale da fargli comprendere l’arrivo della morte.
Questa tipologia di risarcimento non è facile ed è bene, quindi, farsi seguire da uno studio legale competente