Errore medico: cosa bisogna sapere
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Cos’è un errore medico?
Presso il Ministero della salute si possono trovare le Linee guida, elaborate da enti e società scientifiche contenenti le regole di condotta cui deve attenersi il medico nell’esercizio della sua professione se non vuole incorrere in errore;
si parla di errore anche quando il medico non ha rispettato l’obbligo di intervenire previsto dalla legge.
In mancanza di tali raccomandazioni, coloro che esercitano le professioni sanitarie devono attenersi alle “buone pratiche clinico-assistenziali“.
Il sanitario sbaglia quando non rispetta le norme cautelari che potrebbero evitare il danno al paziente.
Tipologie di errore medico
il medico sbaglia quando opera con scarsa attenzione o superficialità
o mostra una vera e propria imperizia dovuta all’inesperienza anche in casi di routine. In questi casi si parla di errore generico.
La colpa è ritenuta “specifica” quando l’errore è determinato dalla evidente violazione di disposizioni normative,
e quindi si configura come inosservanza delle leggi e dei regolamenti.
Si parla di errore di commissione quando il medico compie un intervento inutile o non dovuto
ed errori di omissione nel caso di interventi non effettuati pur se giudicati necessari.
La responsabilità contrattuale del medico
La legge Gelli ( n.24/2017) regola oggi la responsabilità medica attraverso un nuovo sistema di norme che hanno l’obiettivo di garantire il diritto alla salute del paziente .
La responsabilità di colui che esegue l’intervento è regolata dall’art. 2299 e successivi del Codice Civile, che stabiliscono che il medico stipula un contratto direttamente col paziente.
La Corte di Cassazione con la sentenza n.577/2008 ha integrato il quadro normativo affermando che la struttura ospedaliera in effetti opera attraverso i medici assunti:
così i medici che entrano in contatto col paziente non possono sottrarsi alla responsabilità contrattuale, e sono obbligati alla cura nei modi e nei termini descritti dalla legge.
Risarcimento danni per errata diagnosi
Per la legislazione il medico risulta colpevole sia quando non è stato in grado di individuare in tempo una patologia che affligge effettivamente il paziente (quindi un falso negativo)
sia quando, al contrario, ha diagnosticato una malattia inesistente (falso positivo).
In entrambi i casi è possibile richiedere un risarcimento danni per errata diagnosi.
La sentenza n.16919/2018 della Cassazione fa riferimento in particolare al caso di un paziente affetto da malattia terminale che perde la possibilità di sopravvivenza a causa di un’errata diagnosi del medico;
il malato ha, ovviamente, diritto al risarcimento dei danni.
Responsabilità penale del medico
Sempre la Cassazione ha affermato che non è possibile escludere la responsabilità penale del medico.
La sentenza n.50975/2017 della Corte di Cassazione prevede che vi sia responsabilità penale del medico
che ha sbagliato la diagnosi e ciò porta al fatto che il paziente non viene a conoscenza della malattia terminale, anche a fronte di una morte ritenuta inevitabile.