Il signor F. M. : le conseguenze di un cattivo intervento per curare il suo ginocchio artrosico
Indice dei Contenuti
- Il signor F.M. si ricovera presso l’Ospedale “Madonna del Buonconsiglio – Fatebenefratelli” di Napoli, per il trattamento, programmato, di “ginocchio varo artrosico bilaterale, più dolente a sx”.
- Per risolvere il caso specifico i medici decidono di optare per l’applicazione della c.d. metodica secondo Ilizarov;
- essa consiste nell’asportare una porzione di osso procedendo alla correzione della deformità esistente e
- Tutto ciò non basta ed il signor F.M. decide di recarsi presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna,
- per un altro parere, dove gli diagnosticano una pseudoartrosi della tibia.
- La situazione degenera a tal punto che il signor F.M. è portato d’urgenza al pronto soccorso del Fatebenefratelli di Napoli e
- quindi ricoverato in gravissime condizioni con la diagnosi di “insufficienza renale acuta”.
- Per curare il signor F.M. è stato necessario: rimuovere i fissatori di Ilizarov infetti, operare e zaffare l’ascesso,
- nonché trattare la setticemia e l’insufficienza renale sopravvenuta il che ha comportato un ricovero di tre settimane.
Il signor F.M. si ricovera presso l’Ospedale “Madonna del Buonconsiglio – Fatebenefratelli” di Napoli, per il trattamento, programmato, di “ginocchio varo artrosico bilaterale, più dolente a sx”.
Per risolvere il caso specifico i medici decidono di optare per l’applicazione della c.d. metodica secondo Ilizarov;
essa consiste nell’asportare una porzione di osso procedendo alla correzione della deformità esistente e
fissando la frattura creata con cambre viti o placche per ridistribuire il carico dell’articolazione durante la ricrescita dell’osso con la regolazione dei tiranti esterni
e, in data 15.02.2005, si praticava al paziente una compattotomia a sinistra, con fissatori esterni circolari.
Il signor F.M. viene dimesso con indicazione di controllo settimanale per le medicazioni e la regolazione dei fissatori.
Per qualche mese il signor F.M. torna scrupolosamente a visita ambulatoriale, ogni settimana, fino al 6 ottobre 2005
quando gli riscontrano un ritardo di consolidazione e,
quindi, prescrivono una magnetoterapia per favorire i processi riparativi.
Tutto ciò non basta ed il signor F.M. decide di recarsi presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna,
per un altro parere, dove gli diagnosticano una pseudoartrosi della tibia.
Ritornato a Napoli si reca nuovamente presso l’Ospedale “Madonna del Buonconsiglio – Fatebenefratelli” di Napoli dove i sanitari gli confermano la medesima diagnosi e programma con loro il necessario reintervento.
L’intervento è eseguito mediante la stessa metodica con indicazione a visite settimanali per medicazioni e regolazione dei tiranti.
Durante una seduta di medicazione il signor F.M., fa constatare, in ambulatorio, la fuoriuscita di pus dai tiranti ed informa della comparsa di febbre serale di 39°-40° ottenendo prescrizione di una fiala di Rocefin da 1 grammo al giorno per 5 gg.
Dopo di ciò ci sono una serie di visite per il perdurare degli stati dolorosi e della febbre tenuta sotto controllo con Rocefin ed altri farmaci.
Considerato il persistere della situazione il medico di base del signor F.M. , gli fa eseguire, all’esterno, un profilo ematologico
che evidenzia valori alterati in particolare a carico delle transaminasi e documenta anche un siero itterico.
Persistendo la febbre e la secrezione di pus, l’Ospedale Fatebenefratelli esegue finalmente un tampone sul focolaio suppurativo del paziente per effettuare un antibiogramma
(che metteva in evidenza una infezione da stafilococco aureo) per poi avviarlo ad un trattamento iperbarico presso l’Ospedale di Pozzuoli.
Un successivo prelievo per antibiogramma conferma l’infezione da stafilococco aureo e, in funzione di tanto, si prescrive l’assunzione di una compressa di Targosid ogni 12 ore.
La situazione degenera a tal punto che il signor F.M. è portato d’urgenza al pronto soccorso del Fatebenefratelli di Napoli e
quindi ricoverato in gravissime condizioni con la diagnosi di “insufficienza renale acuta”.
Dal Fatebenefratelli si trasferisce il paziente, in virtù dalla sua gravissima condizione, presso la Medicina d’Urgenza dell’Ospedale Cardarelli che, all’ingresso, diagnosticava:
una “Insufficienza renale acuta con setticemia, intolleranza ai mezzi di sintesi e ascesso gluteo” .
Per curare il signor F.M. è stato necessario: rimuovere i fissatori di Ilizarov infetti, operare e zaffare l’ascesso,
nonché trattare la setticemia e l’insufficienza renale sopravvenuta il che ha comportato un ricovero di tre settimane.
Il signor F.M., in virtù di quanto patito, ha subito conseguenze dannose di natura permanente che hanno inciso in maniera rilevante sull’integrità psico-fisica
ed, in generale, sulla qualità della sua vita.
Il caso è stato trattato e risolto dallo studio medico-legale Iannicelli.