La signora D. I. e il suo intervento protesico al seno che diventa un inferno
Indice dei Contenuti
- La signora D.I. accompagnata dal marito F.B. va alla NICE s.r.l. di via S. Veniero n. 17 di Napoli dove il dottore A. G. la visita e le diagnostica un “seno tuberoso” ed,
- a richiesta, propone un intervento protesico che avrebbe riempito, riposizionato e resi simmetrici i seni, come desidera la signora D.I.
- La signora D.I. resta a lungo in questa condizione di radicale svuotamento dei seni, inestetismo non solo rilevabile socialmente,
- ma anche lesivo della sua sfera intima e familiare, fino al suo sesto intervento di “ricostruzione mammaria”
- La signora, inoltre, era in condizioni di pieno benessere, fino all’ingresso nella struttura NICE s.r.l.
- e, pertanto, gli interventi sono stati effettuati su tessuti sani, con obbligo, in ottemperanza del principio del “neminem laedere”,
La signora D.I. accompagnata dal marito F.B. va alla NICE s.r.l. di via S. Veniero n. 17 di Napoli dove il dottore A. G. la visita e le diagnostica un “seno tuberoso” ed,
a richiesta, propone un intervento protesico che avrebbe riempito, riposizionato e resi simmetrici i seni, come desidera la signora D.I.
Il dottor G. precisa la modalità d’inserimento delle protesi e chiede un compenso di € 3.000,00 (tremila/00 euro), a forfait, da pagare in contanti ed anticipatamente.
Vale la pena precisare che la signora D.I. si è rivolta alla Nice s.r.l. e non alla persona poiché il dottor G. è uno specialista otorinolaringoiatra, mentre il Direttore Sanitario della struttura, nonché chirurgo estetico, è il dott. M. G.
La signora D.I. accetta la proposta, versa la somma pattuita, viene ricoverata ed operata sempre presso la NICE s.r.l., dove il dottor M. G., rivestiva il ruolo di aiuto.
Dopo l’intervento la signora torna a casa dove, qualche giorno dopo, un seno comincia a gonfiarsi e nonostante le cure antinfiammatorie (bentelan), prescritte dal dottor G.,
e puntualmente seguite dalla paziente, la situazione non accenna a migliorare.
Per cercare di risolvere i problemi il dottor G. , effettua il distacco manuale della protesi dai tessuti circostanti, temendo che la stessa si fosse incapsulata.
La manovra non dà i risultati sperati e si ricorre ad un nuovo intervento in cui il dottor G. espianta le protesi inserite in precedenza, sostituendole con altre di volume inferiore (c.d. di basso profilo).
Trascorsi tre giorni si procede ad un terzo intervento con l’inserimento di altre protesi da 391 cc, a basso profilo.
Ma il problema infettivo si ripresenta e, quindi, la signora D.I. è costretta a sottoporsi al quarto intervento in cui vengono nuovamente espiantate le protesi infette
ed applicate delle altre, da 324 cc , ad alto profilo.
I tre interventi succitati sono eseguiti dal dottor G. con il dottor M. G. come aiuto.
La signora D.I., dopo pochi giorni, è costretta a ricorrere d’urgenza alle cure del P.S. dell’Ospedale S. Paolo di Napoli dove, i sanitari, le incidono un ascesso al seno destro,
con fuoriuscita di circa 400 cc di materiale purulento e la dimettono con la prescrizione di espianto delle protesi, consigliandole di ricorrere all’opera di un chirurgo plastico.
Quinto intervento per la signora, dunque, praticato dalla dottoressa F.R. presso la Clinica Villa Cinzia ,
in cui si procede all’espianto con un costo di € 2.500,00 (duemilacinquecento euro).
ma anche lesivo della sua sfera intima e familiare, fino al suo sesto intervento di “ricostruzione mammaria”
eseguito presso la Casa di Cura Nostra Signora di Lourdes di Massa di Somma (Na).
Dal referto operatorio emergono delle realtà anatomiche sconcertanti ed, in particolare, dismorfismo ed asimmetria dei seni,
gravissimo assottigliamento del muscolo grande pettorale, risalito verso l’alto, interrotto e scarsamente dissociabile dalla parete costale, poco dissociabile dal muscolo piccolo pettorale
Sembra evidente che in diretta ed esclusiva conseguenza dell’imperito trattamento sanitario e delle ripetute infezioni contratte presso la Nice s.r.l., la signora D.I. ,
ha riportato postumi invalidanti di danno biologico, per esiti di ricostruzione mammaria, bilaterale, in paziente con postumi di mastoplastica additiva e ascesso mammario a destra, con gravissimi danni dei muscoli pettorali e conseguente danno funzionale ed estetico.
La signora, inoltre, risulta costretta a sopportare notevoli esborsi, oltre all’inutile costo del primo intervento esitato con un’infezione in atto.
La signora, inoltre, era in condizioni di pieno benessere, fino all’ingresso nella struttura NICE s.r.l.
e, pertanto, gli interventi sono stati effettuati su tessuti sani, con obbligo, in ottemperanza del principio del “neminem laedere”,
di non danneggiare una situazione preesistente non patologica.
Lo studio medico-legale Iannicelli ha trattato e risolto il caso della signora D.I.