La signora E.R. e la sua terribile storia clinica terminata in peritonite piostercoracea
La signora E.R., con una storia pregressa di RCU (retto colite ulcerosa), il 12 agosto 2009 arriva in Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli,
per una riacutizzazione della malattia con comparsa di profuse scariche diarroiche.
I sanitari del Pronto soccorso, che avevano già curato l’anno precedente la signora E.R., procedono con una terapia di reidratazione,
tenendo la signora E.R. in osservazione con somministrazione di terapia medica specifica che presto inizia a dare i suoi frutti.
La paziente dopo venti giorni effettua una rettosigmoidoscopia, spinta fino a 50 cm. dal bordo,
che conferma un quadro di rettocolite in fase acuta con sanguinamento attivo.
Dopo l’esame, però, la signora lamenta un dolore addominale acuto che la fa svenire.
La tac all’addome della paziente evidenzia la presenza di un pneumoperitoneo massivo da perforazione intestinale.
In pratica la perforazione del colon ha generato una peritonite piostercoracea che ha richiesto una laparatomia urgente con colectomia totale ed ileostomia terminale.
Si procede all’intervento, notevolmente demolitivo (110 cm. di intestino),
in regime di urgenza quale salva-vita in un soggetto già affetto da retto colite ulcerosa, che ne aggrava le condizioni.
La signora E.R. esce dall’ospedale ma la vasta demolizione enterica subita,
con asportazione della valvola ileo-cecale e di un vasto tratto indenne dell’intestino (circa 46 cm.),
con conseguenti disturbi funzionali e stiptici, nonché i rilevanti esiti cicatriziali, determinano nella signora E.R. un danno biologico rilevante.