La signora G.F.: le complicanze del parto si ripercuotono sul figlio
La signora G.F. il 7 ottobre 1997 alle h.15,30 a causa della prematura rottura del sacco amniotico si reca all’Ospedale Evangelico Villa Betania per una visita ostetrica dove le riferiscono che le acque sono verdi.
La signora G.F durante tutta la sua gravidanza è stata attenta a sottoporsi a tutte le visite di controllo
Accade che la signora G.F. lasciata in passiva attesa a lungo, nonostante l’anticipata rottura delle acque,
partorisce spontaneamente, e, con l’assistenza della sola ostetrica, il piccolo V.
Alla nascita il bambino mostra pianto flebile e suzione poco coordinata che, comunque, migliora e quindi sia lui che la mamma vengono mandati a casa
Il piccolo V. manifesta, però, ipersonnia e scarsa reattività agli stimoli esterni e dopo tre mesi il pediatra prescrive per il bimbo un’ecografia cerebrale;
dopo sette mesi i genitori lo portano in osservazione all’Ospedale Santobono di Napoli.
La signora G.F. dall’ospedale Santobono riceve questa diagnosi per Vincenzo: ritardo psico motorio secondario ad eventi perinatali.
Per cercare di rimediare a ciò cominciano cicli di fisioterapia riabilitativa, alternati con una serie completa di accertamenti presso un centro specializzato di Pisa, successivamente con logopedia e psicomotricità.
Ma tutto risultava vano.
V., a distanza di tredici anni dall’evento dannoso, è portatore di encefalopatia con continui movimenti agli arti, scarso tono muscolare ed un ritardo psico motorio permanente;
non cammina, non parla, necessita di intervento per l’alimentazione ed è incontinente.
Questi danni della signora G.F. sono irreversibili e causati dalla sofferenza fetale che si era appena instaurata all’atto del ricovero presso Villa Betania,
misconosciuta ed ignorata dai medici fino all’espletamento del parto che è avvenuto fisiologicamente,
senza intervento medico, solo dopo circa cinque ore dall’accesso.