Otoplastica: quando farla, come, rischi e benefici
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Che cosa è l’otoplastica?
L’otoplastica è un intervento di chirurgia facciale che mira a correggere e rimodellare le orecchie prominenti, migliorando la loro proporzione e posizione.
L’intervento di otoplastica, a seconda dell’età del paziente, può essere eseguito in anestesia generale o locale.
L’otoplastica può essere tranquillamente effettuata in anestesia locale a partire dai 14 anni, o anche prima se il soggetto è collaborativo.
I bambini piccoli, che non possono collaborare, devono essere sedati o anche totalmente addormentati durante l’intervento, che dura circa due ore.
Otoplastica per quali motivi si esegue
L’otoplastica viene eseguita oltre che per correggere un difetto estetico anche per aiutare a contrastare i disagi psicologici, soprattutto nei bambini, derivanti, dalla particolare conformazione delle orecchie (vedi per esempio le orecchie a sventola).
Nei bambini l’intervento chirurgico può essere eseguito a partire dai cinque o sei anni, quando la crescita delle orecchie è quasi ultimata.
In che consiste l’otoplastica
L’esecuzione di una piccola incisione dietro l’orecchio serve a rimodellare la cartilagine e ripiegarla nelle aree dove è opportuno.
Questo è il modo per ricostituire un orecchio in maniera naturale e la cicatrice rimane nascosta nella parte posteriore.
Tipologie di operazioni di otoplastica
L’operazione può essere effettuata sostanzialmente in due modi:
tecnica “aperta”: prevede l’esecuzione di incisioni cutanee invisibili, poiché eseguite posteriormente in prossimità del solco auricolare.
Attraverso l’incisione si arriva a metter a nudo lo scheletro cartilagineo del padiglione auricolare e,
dopo aver eseguito delle piccole incisioni di rilascio e indebolimento del pericondrio eseguite con la punta di un ago,
si procede a posizionare delle opportune suture non riassorbibili che piegano e ridanno nuova forma alle varie porzioni dell’orecchio.
tecnica “ear fold”: mediante un nuovo dispositivo che serve per correggere quei casi in cui lo sviluppo manca o è incompleto della piega dell’antelice, con una conca sostanzialmente normale.
L’assenza o l’insufficienza dell’antelice permettono all’orecchio di sporgere verso l’esterno, staccandosi in modo anomalo dal cranio.
Qualora coesista un’ipertrofia della conca sarà necessario associare Earfold alla resezione chirurgica della conca.
Nei casi più complicati o in cui siano presenti difetti associati di diverse porzioni del padiglione, la tecnica classica rappresenterà il miglior rimedio.
Esami richiesti per l’otoplastica
Gli esami necessari da eseguirsi preliminarmente sono:
Esami ematici pre-operatori.
Un tracciato ECG.
Un Rx Torace se all’anamnesi esistono patologie polmonari.
Preparazione per l’otoplastica
Nella settimana precedente l’operazione si può rendere necessario assumere diluenti del sangue per rallentare la coagulazione.
Inoltre deve specificare al medico se nei giorni che precedono l’intervento ha la febbre, l’herpes o qualsiasi altra malattia.
Come pre tutte le altre operazioni le pazienti donne devono avvertire se ci può essere una gravidanza in atto
Il giorno dell’intervento il paziente deve essere a digiuno.
Intervento di otoplastica
L’otoplastica può essere tranquillamente effettuata in anestesia locale a partire dai 14 anni, o anche prima se il soggetto è collaborativo.
I bambini piccoli, che non possono collaborare, devono essere sedati o anche totalmente addormentati durante l’intervento, che dura circa due ore.
Decorso post operatorio
Il paziente dovrà restare in osservazione per circa due ore, dopodiché potrà tornare al proprio domicilio.
Verrà posizionato un bendaggio “a turbante” intorno alla testa per circa una settimana, per tenere le orecchie nella nuova posizione.
Possibili fastidi post operatori:
sensazione di prurito sotto le bende.
dolore localizzato gestibile con antidolorifici
Cosa non fare:
fumare
attività che aumentino la pressione sanguigna, come lavori di casa faticosi, intense sessioni sportive o sollevamento pesi.
cosa fare:
E’ essenziale che le bende rimangano intatte e non vengano rimosse, per qualsiasi motivo.
In caso contrario si potrebbe causare la perdita di alcune delle correzioni e potrebbe essere necessario ricorrere ad un intervento chirurgico secondario.
Dopo la sua rimozione, si consiglia di tenere una fascia da tennista per altre due settimane soprattutto di notte,
per evitare che movimenti non controllati possano rovinare il lavoro del chirurgo.
Quali sono i rischi dell’otoplastica:
Come ogni forma di intervento chirurgico, l’otoplastica comporta un certo livello di rischio.
sanguinamento eccessivo che può esitare in un ematoma
un’alterata guarigione della ferita per infezione della stessa o per cattiva microcircolazione legata al soggetto, che può esitare in una cicatrice ipertrofica o cheloidea;
un’infezione della cartilagine auricolare, che può esitare in una temibile condrite, che necessiterà di una regime terapeutico antibiotico mirato su antibiogramma;
un’asimmetria delle orecchie, che ricordiamo, non sono mai uguali tra loro;
delle irregolarità della pelle legate a superficializzazioni di alcuni punti di sutura, che si risolvono con l’asportazione degli stessi;
dolore persistente e gonfiore;
alterazioni della sensibilità cutanea (come intorpidimento) talora permanente, ma più spesso transitoria.
In alcuni casi, i pazienti possono richiedere un ulteriore intervento chirurgico correttivo per trattare le complicanze o lievi inestetismi residui.
Come per tutte le operazioni esistono rischi legati ad una non corretta esecuzione dell’operazione da parte del medico.
In tali casi è consigliabile rivolgersi ad uno studio medico legale in grado di seguirvi verso il giusto indennizzo.
Controindicazioni all’otoplastica
Non esistono in genere controindicazioni particolari all’esecuzione di un intervento di otoplastica.
Controindicazioni tecniche assolute ad un intervento estetico sui padiglioni auricolari è la presenza di lesioni neoplastiche
che devono opportunamente valutate e trattate preventivamente e la presenza di infezioni locali o alterazioni della vascolarizzazione distrettuale.
Tali condizioni andranno considerate caso per caso dal chirurgo ed emergono, in genere, già dal consulto preliminare con il paziente.