Tumore al testicolo: cosa sapere in casi di negligenza medica
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Cos’è il tumore al testicolo
Com’è noto i testicoli sono gli organi in cui nell’uomo avviene la formazione degli spermatozoi e di alcuni ormoni maschili
(così come nelle donne la funzione analoga la produzione dei gameti e degli ormoni è svolta dalle ovaie).
I due testicoli sono contenuti nello scroto, una borsa di pelle situata direttamente sotto il pene.
Ovviamente è una patologia maschile in cui le cellule tumorali si formano a partire dai tessuti di uno o di entrambi i testicoli.
Di norma il tumore colpisce un solo testicolo ma gli uomini che in passato hanno già avuto questa neoplasia hanno un rischio di 20-50 volte più elevato di sviluppare lo stesso tumore nell’altro testicolo.
Quanto è diffuso il tumore al testicolo
Purtroppo il tumore colpisce più i giovani che gli anziani, i dati infatti dimostrano che è diffuso soprattutto nella fascia di età compresa tra i quindici e i 40 anni, mentre è raro che si diffonda dopo i 60 anni.
Intorno al 2020 si sono previste più di 2000 diagnosi di tumore
Come per le altre forme tumorali, oggi sia la diagnosi precoce sia i trattamenti pluridisciplinari che i centri specializzati sono in grado di mettere in atto,
consente di raggiungere tassi di curabilità e guarigione abbastanza elevati tanto che circa 60.000 uomini risultano in vita in Italia a tutto il 2020, dopo che è stata diagnosticata loro la malattia.
I fattori di rischio nel tumore al testicolo
Le cause del cancro al testicolo restano sconosciute, anche se è noto che diversi fattori di rischio possono favorirlo.
Quindi i fattori di rischio sono:
storia familiare e personale
esposizione per ragioni professionali o altro agli effetti dei pesticidi
fumo;
criptorchidismo cioè il fatto che uno dei testicoli non si è correttamente sistemato nello scroto ma è rimasto nell’addome o nell’inguine.
E’ bene in tal caso che i genitori siano informati di questa situazione e che il giovane segua l’evoluzione della malformazione e ne sia informato tanto da poter intervenire in caso di necessità
La cura del tumore al testicolo
Il tumore al testicolo è curabile al 90%, quasi sempre mediante un intervento chirurgico chiamato orchifunicolectomia radicale,
cioè l’asportazione totale del testicolo interessato dalla massa tumorale insieme al peduncolo da cui è formato.
Ovviamente all’intervento chirurgico bisogna far precedere e seguire tutta una serie di accertamenti, innanzitutto una TAC per vedere a che stadio si trova la malattia così da poter richiedere l’intervento, se il caso lo necessita.
Uno staff medico competente decide la giusta terapia che il paziente dovrà intraprendere subito dopo l’intervento.
La responsabilità del medico per tumore al testicolo non diagnosticato
Va tenuto presente che i tumori, in base al loro tipo, al grado di sviluppo ed al momento di insorgenza, sono molto diversi tra loro,
così come le specialità mediche coinvolte nella diagnosi spaziano dal medico di famiglia allo specialista oncologo o radiologo e ciascuna di queste figure ha le proprie linee guida da rispettare.
Ora, una recente pronuncia della Corte di Cassazione
ha stabilito quali sono i criteri da seguire nell’accertamento della sussistenza della colpa medica e cosa può, o non può, essere rimproverato al sanitario che non ha effettuato la tempestiva diagnosi del tumore.
Sappiamo che il medico deve svolgere il suo lavoro con la giusta diligenza questo anche al fine di verificare con il massimo scrupolo l’eventuale presenza di patologie gravi come un tumore.
Deve altresì fare una diagnosi errata che porta al “falso negativo” che esclude la presenza del tumore che invece è presente.
Come nasce il falso negativo:
per un omesso riconoscimento dei sintomi tipici della malattia
per la mancata prescrizione dei test diagnostici e degli esami di approfondimento richiesti dal caso.
E per una cattiva interpretazione degli esiti dei test da parte del personale medico.
Cosa comporta la tardiva diagnosi del tumore al testicolo
Per il paziente la tardiva diagnosi del tumore può portare a:
ad interventi invasivi non necessari
ad una compromissione della sua salute o della sua stessa sopravvivenza, in caso di decesso.
i giudici della Cassazione hanno affermato che
«in presenza di paziente con sintomi aspecifici, il sanitario è tenuto a prenderne in considerazione tutti i possibili significati ed a segnalare le alternative ipotesi diagnostiche».
Quindi il danno derivante da un tumore non diagnosticato in tempo è risarcibile
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